Si riapre! La ciclofficina Sabato 13 ottobre riapre i battenti all’interno dello spazio Ambasciata dei Diritti. Dopo varie iniziative estive dalla campagna MobilitiamoBici, con pedalate collettive e Biciaperitivi fino alla ciclofficina itinerante nei quartieri della città, si riparte.
CITTA’
E BICICLETTA
La
bicicletta nella città non è più concepita come un mezzo per passeggiate
“domenicali” o gite fuori porta, assume
in maniera consistente un ruolo determinante nella mobilità urbana.
L’aumento dei ciclisti urbani in una città poco predisposta alla mobilità
ciclabile ha un importante significato nel riqualificare gli spazi urbani
restituendo all’intera collettività una città più a misura di persona, più vivibile, meno caotica, si
instaurano relazioni sociali tra individui, le strade si trasformano in luoghi
non solo di passaggio ma di socializzazione.
La
nostra città non presenta condizioni ottimali per affrontare spostamenti
quotidiani con la bicicletta, la poca tutela verso il traffico motorizzato, la
conformazione territoriale, sono deterrenti che inducono a rinunciare
all’utilizzo di essa. Tuttavia nelle zone più pianeggianti dove sono presenti
snodi inportanti della città (Stazione ferroviaria/marittima – Porto –
quartieri densamente popolati, centro città) l’incremento dei cittadini che
utilizzano la bicicletta è notevole ed in costante aumento.
Questo
è dato da diversi aspetti che è difficile quantificarne o realizzarne una
scala, sicuramente la crisi economica con il carburante a caro prezzo e i costi
di mantenimento dell’automobile per le famiglie è una delle cause principali.
Non da meno la scelta di muoversi in bicicletta è legata alle questioni
ambientali che ha visto la città ad avere valori di Pm10 tra i più alti nel
panorama nazionale.
La
parola ciclabile nella città è una questione che viene affrontata con poche
energie al contrario di molti
comuni e città europee che hanno investito molto sotto questo aspetto. D’altro
canto in questi mesi abbiamo avanzato tramite la campagna locale mobilitiamobici
ed il movimento #salvaiciclisti una serie di suggerimenti per migliorarne
l’efficienza, a partire dalla sistemazione della ciclabile Piazza Ugo
Bassi-Stazione, dalla realizzazione delle Zone 30, al trasporto intermodale
Bici+bus. La mobilità ciclabile è una pratica comune che mette al centro la
preservazione della salute collettiva, restituendo spazi urbani più vivibili
agli individui, la bicicletta in questa pratica è l’ingranaggio sia nella sua
forma che nel suo utilizzo a
rimettere in discussione l’intera mobilità urbana.
Il
diritto a muoversi nel contesto in cui viviamo tende sempre più a sgretolarsi,
basti pensare ai tagli sui trasporti pubblici locali, al cattivo funzionamento
dei trasporti ferroviari a privilegio delle logiche private di mercato ai danni
dell’esigenze reali della collettività, con tariffari da pagare sempre più
elevati a discapito dei servizi.
LA
CICLOFFICINA SOCIAL CLUB
La
ciclofficina nel panorama del ciclismo urbano cittadino assume un importante
ruolo di socializzazione. Oltre la reale pratica dell’attività di riparare o
costruire biciclette è un momento dove la condivisione e lo scambio di idee
corrono attraverso una chiave inglese.
La
ciclofficina social club nasce dopo il vertice di Copenaghen all’interno dello
spazio Ambasciata dei Diritti.
Il
cicloattivismo con il tempo si espande, partecipiamo a masse critiche dove ce
ne sono, conosciamo e ci contaminiamo di esperienze con altre ciclofficine
popolari, ed il pre-referendum sull’acqua ed il nucleare da vita per la prima
volta a masse critiche anche ad Ancona.
L’
attività della ciclofficina per noi è uno spazio di crescita umano, passano
studenti, disoccupati, occupanti, migranti, è il sporcarsi le mani insieme,
costruendo o riparando qualcosa insieme,
è l’apprendere o imparare insieme, è il non delegare ma
responsabilizzarsi, è il comune crescere insieme contro qualsiasi forma di
razzismo e di sessismo, è il preservare un bene comune, è il riuso, il
riparare, il trasformare.
Riapriamo
i battenti ogni primo Sabato del mese, in modo da non creare un servizio occasionale, ma un momento di
convivenza e di socialità
all’interno dello spazio. Ogni apertura sarà caratterizzata da un aperitivo
di autofinanziamento per
l’acquisto dell’attrezzatura, per la gestione della struttura, in modo da
reggere l’ attività in maniera autogestita e partecipata.
Sarà
importante rispettare alcune semplici regole di convivenza, come le pulizie, il
risistemare le attrezzature terminate le lavorazioni, il trovare i pezzi di
ricambio negli spazi preposti e non sulle biciclette già composte, il rispetto
per chi viene dopo è una delle regole di convivenza tra le più importanti.
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