La ciclofficina è uno spazio situato all'interno dell' Ambasciata dei Diritti che nasce dopo il vertice mondiale sul clima di Copenaghen, dove il riciclo e il riutilizzo dei materiali e il muoversi in bicicletta quotidianamente è il valore fondamentale di esso. Si basa sullo scambio di esperienze e sulla libera circolazione dei saperi, sull’idea di non vivere e non alimentare un sistema fondato sul petrolio, sulle guerre, sul profitto dei beni comuni, sullo sfruttamento indiscriminato del pianeta e degli esseri umani. Questo spazio mette in primo piano i nostri stili di vita, partendo da quei piccoli cambiamenti che incidono realmente sulla quotidianità di tutti noi, dalla consapevolezza di realizzare attraverso la bicicletta una società più sana, più equa, più giusta, che rimetta al centro della vita sociale e politica la persona e l’ambiente. Questo spazio è profondamente contro ogni forma di razzismo e di spirito antifascista.

lunedì 21 ottobre 2019

Nessuna mobilità sostenibile ad Ancona, che fine hanno fatto i 39mila euro finanziati nel 2016 per la ciclabile?

L’ultimo barlume per la realizzazione di una via ciclabile in città, si spegne miseramente contro il muro del binario morto realizzato da pochi giorni alle spalle di via Marconi.

Il muro di cemento ben rappresenta la politica intrapresa dall’amministrazione comunale per una mobilità sostenibile. 


 (foto scattata il 21 ottobre 2019)

Puntualmente ogni anno compaiono progetti di ciclabili futuristiche in varie parti della città e in maniera altrettanto puntuale non si fa nulla.

In questo articolo vogliamo ripercorrere le vicende di questi ultimi anni, anche se in realtà la storia degli appuntamenti persi sarebbe ben più lunga.


I Soldi destinati alla ciclabile spariti.


Nel 2016 Il progetto “biciclettiamo Ancona” vince come secondo classificato il bando indetto dal comune per il bilancio partecipato, la stampa come dalle immagini allegate ne da prontamente notizia.

Dei centodiecimila euro (inizialmente erano 100mila) previsti dal bando 61mila vanno al progetto “amico parco” mentre i restanti 39mila dovevano andare al progetto Biciclettiamo Ancona.

Così come si legge nell’approvazione del bilancio di previsione 2017-2019 “...Dentro il Parco del Posatora noi vogliamo costruire un’area inclusiva, che può essere utilizzata da tutti, disabili, non disabili, madri con i bambini con le carrozzine e normodotati. E il progetto Biciclettiamo”, che è il completamento del percorso ciclopedonale dal Piano al Passetto. Questi due progetti sono finanziati , tra l’altro hanno capienza nel Bilancio del 2017 sul Fondo.Il tutto confermato dalla delibera di giunta n.3 del gennaio 2017.




Come ciclofficina popolare avevamo avuto un ruolo fortemente attivo sia nella ideazione del progetto, sia nella raccolta voti ed infine avevamo dato anche la nostra disponibilità per affiancare gratuitamente i tecnici comunali per la realizzazione della ciclabile. Abbiamo passato diversi giorni del 2017 con i tecnici del comune ad ipotizzare come risolvere alcuni attraversamenti problematici, poi improvvisamente il silenzio. Non avendo più notizie abbiamo iniziato a chiedere informazioni di dove fossero finiti i soldi e come mai non si era dato inizio ai lavori della ciclabile. Le risposte vaghe farneticavano dell’inserimento del progetto “biciclettiamo Ancona” in progetti più ampi di mega ciclabili, cosa chiaramente falsa e quantomeno illegittima visto che il bando non prevedeva clausole che potessero assegnare i fondi ad un destinazione diversa.


La bufala della ciclabile al posto dei binari.


Parallelamente a questi episodi il comune decretava la fine della stazione ferroviaria marittima, dando un pesante colpo a tutte le possibilità di avere una metropolitana di superficie che alleggerisse il traffico cittadino e nel contempo obbligava centinaia di pendolari all’uso dell’automobile in centro. Ed è in questo contesto , sollecitato dalle nostre proteste e non solo, che un assessore ha il colpo di genio rivelandoci una indiscrezione “ Tranquilli faremo passare la ciclabile al posto dei binari che portavano alla stazione marittima”. Nonostante la gravità di aver soppresso la stazione avevamo iniziato a pensare che tutto sommato, una ciclo pedonale che dalla stazione arrivasse al porto avesse in qualche modo compensato il danno di aver eliminato il terminal e sarebbe stata l’ideale soluzione per evitare pericolosi attraversamenti in una parte problematica della città. Col passare dei giorni vedevamo questa idea concretizzarsi osservando i lavori che si stavano facendo al posto dei binari, sembrava proprio che stessero facendo una strada, una ciclabile nella nostra testa. 

Poi l’amara sorpresa di questi giorni la ricomparsa dei binari ed un blocco di cemento a decretare la tomba di ogni sogno.


Bufale su bufale.


Ma le bufale sulle ciclabili non finiscono qui. Ogni qualvolta l'amministrazione comunale ipotizza dei lavori a forte impatto urbanistico ci infila in mezzo l’idea di metterci una ciclabile, così ci sarà una ciclabile per il lungomare nord e ci sarà una ciclabile per il nuovo molo per le navi da crociera.

In entrambi i casi non si capisce come ci si arrivi a tali ciclabili visto che non c’è un circuito cittadino che vi ci porti, se non a rischio della vita attraversando strade dominate dai TIR. Fatto ancor più grave che la ciclabile è usata a modo di compensazione per opere (come il molo per le crociere) che aumenteranno l’emissione di inquinamento come dimostrato da più studi.



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