La ciclofficina è uno spazio situato all'interno dell' Ambasciata dei Diritti che nasce dopo il vertice mondiale sul clima di Copenaghen, dove il riciclo e il riutilizzo dei materiali e il muoversi in bicicletta quotidianamente è il valore fondamentale di esso. Si basa sullo scambio di esperienze e sulla libera circolazione dei saperi, sull’idea di non vivere e non alimentare un sistema fondato sul petrolio, sulle guerre, sul profitto dei beni comuni, sullo sfruttamento indiscriminato del pianeta e degli esseri umani. Questo spazio mette in primo piano i nostri stili di vita, partendo da quei piccoli cambiamenti che incidono realmente sulla quotidianità di tutti noi, dalla consapevolezza di realizzare attraverso la bicicletta una società più sana, più equa, più giusta, che rimetta al centro della vita sociale e politica la persona e l’ambiente. Questo spazio è profondamente contro ogni forma di razzismo e di spirito antifascista.

mercoledì 24 ottobre 2012

A "rota" libera!


Sabato 03 Novembre dalle ore 15:00 ciclofficina per tutti/e. Seguirà una discussione "a rota libera" sul ruolo della bicicletta nella città con video e libri dedicati. A seguire dalle 19:00 aperitivo wok!
 Vi aspettiamo! 

La bicicletta e il suo ruolo nella città

Il primo incontro sulla tematica della bicicletta nasce per un confronto sulla mobilità ciclabile nella città, un momento progettuale per scambiarsi idee ed opinioni su come sia necessario rivedere i quartieri della città e di come mettere in pratica forme partecipate per costruire habitat urbani più vivibili, restituendoli alla socializzazione con quartieri e rioni più a misura di bicicletta e di persona.

Con l’avvicinarsi delle elezioni la parola “pista ciclabile” sarà una terminologia utilizzata da molti candidati in maniera trasversale, compensandola con un'altra parola i “parcheggi” per automobili. Dopo il 28 aprile con la prima bicifestazione #salvaiciclisti ai fori imperiali di Roma, oltre cinquantamila persone sono scese in piazza con la bicicletta per chiedere a livello nazionale città più a misura di bicicletta.

Città a misura di bicicletta è un espressione tutt’altro che non politica, e il costruire seriamente e non a spot elettorali spazi urbani più vivibili, meno caotici, questa espressione non appartiene solo ad alcuni fissati della bicicletta, ma è una pratica che parla nell’interesse della collettività, per le generazioni di oggi e quelle di domani.

Per capire meglio quello che si vuole esternalizzare e per comprendere meglio quali sono le cause che hanno determinato il bisogno reale ed una visione diversa di città e di spazi pubblici, possiamo prendere come esempio un paese europeo come l’Olanda.

L’Olanda è tra il più alto paese ad avere ciclisti urbani, molti pensano che sia stato sempre così, ma dopo la seconda guerra mondiale con il boom economico e il “progresso” l’automobile prese sempre più spazio nelle città portandosi con se degli effetti devastanti per l’alto numero di morti, soprattutto tra i bambini inferiori ai 14 anni. Questo elemento diede vita a proteste di piazza per chiedere città meno motorizzate e più a misura di ciclista e pedone. Le cause che hanno determinato un paese tra i più ciclabili del mondo furono tre: la crisi petrolifera, le vittime della strada, e la qualità della vita sempre più scadente nelle città.

Se si esaminano le tre cause citate, notiamo che oggi simili condizioni le troviamo in Italia. Oltre questi aspetti, la propulsione alla bicicletta in Olanda fu determinata da scelte politiche mirate alla mobilità ciclabile, cosa che non avviene in Italia per scelte ancora improntate al traffico motorizzato.

Dopo vent'anni anni di masse critiche nelle città italiane e con la persistenza di associazioni variegate nel mondo della bicicletta, e con il movimento #salvaiciclisti qualcosa lentamente inizia a muoversi, anche grazie ad internet con social network e blog dedicati, che hanno creato rete prima virtuale, poi reale.

In questi passaggi una notevole ed importantissima consistenza è stata data da movimenti e associazioni ambientaliste attive, che hanno determinato la fase pre-referendaria sull’acqua ed il nucleare, creando una nuova fase dell’agire politico nei territori.


Anche ad Ancona, si danno vita a campagne di sensibilizzazione sulla bicicletta con proposte progettuali, facendo comparire per la prima volta la terminologia “mobilità ciclabile” in una relazione comunale sulla mobilità urbana seppur ancora in maniera timida.

Contestualmente gli Stati generali della bicicletta svolti a Reggio Emilia partecipati da oltre cinquecento persone delineano sia a livello nazionale che locale, delle linee per progettare città a misura di bicicletta con la pubblicazione di quattro documenti:


Ad oggi è necessario che nella città vengano attivate misure per rilanciare la mobilità ciclabile nella città, tra cui la prima per superare la conformazione territoriale è l’ intermodalità con i trasporti pubblici locali (Tpl).
Per realizzarla è necessario attivare il trasporto di biciclette pieghevoli nei bus, ridistribuendo la scala degli incentivi sugli acquisti di queste in maniera equa e sostenibile, facendo leva con la scala incentivo/disincentivo.
Si tratta di riprogettare la città, spostando la mobilità dall’auto privata a modalità più efficienti: mezzi collettivi, biciclette pieghevoli ed elettriche e utilizzare l’auto solo quando serve ed è necessaria, evitando l’inutile consumo di territorio, restituendo spazi più vivibili, meno caotici, per salvaguardare la salute delle persone, sia a livello fisico che mentale.




giovedì 4 ottobre 2012

13 Ottobre SI RIAPRE LA CICLOFFICINA!


Si riapre! La ciclofficina Sabato 13 ottobre riapre i battenti all’interno dello spazio Ambasciata dei Diritti. Dopo varie iniziative estive dalla campagna MobilitiamoBici, con pedalate collettive e Biciaperitivi fino alla ciclofficina itinerante nei quartieri della città, si riparte.






CITTA’ E BICICLETTA

La bicicletta nella città non è più concepita come un mezzo per passeggiate “domenicali” o gite fuori porta, assume  in maniera consistente un ruolo determinante nella mobilità urbana. L’aumento dei ciclisti urbani in una città poco predisposta alla mobilità ciclabile ha un importante significato nel riqualificare gli spazi urbani restituendo all’intera collettività una città più a misura di persona,  più vivibile, meno caotica, si instaurano relazioni sociali tra individui, le strade si trasformano in luoghi non solo di passaggio ma di socializzazione.

La nostra città non presenta condizioni ottimali per affrontare spostamenti quotidiani con la bicicletta, la poca tutela verso il traffico motorizzato, la conformazione territoriale, sono deterrenti che inducono a rinunciare all’utilizzo di essa. Tuttavia nelle zone più pianeggianti dove sono presenti snodi inportanti della città (Stazione ferroviaria/marittima – Porto – quartieri densamente popolati, centro città) l’incremento dei cittadini che utilizzano la bicicletta è notevole ed in costante aumento.

Questo è dato da diversi aspetti che è difficile quantificarne o realizzarne una scala, sicuramente la crisi economica con il carburante a caro prezzo e i costi di mantenimento dell’automobile per le famiglie è una delle cause principali. Non da meno la scelta di muoversi in bicicletta è legata alle questioni ambientali che ha visto la città ad avere valori di Pm10 tra i più alti nel panorama nazionale.

La parola ciclabile nella città è una questione che viene affrontata con poche energie al contrario di  molti comuni e città europee che hanno investito molto sotto questo aspetto. D’altro canto in questi mesi abbiamo avanzato tramite la campagna locale mobilitiamobici ed il movimento #salvaiciclisti una serie di suggerimenti per migliorarne l’efficienza, a partire dalla sistemazione della ciclabile Piazza Ugo Bassi-Stazione, dalla realizzazione delle Zone 30, al trasporto intermodale Bici+bus. La mobilità ciclabile è una pratica comune che mette al centro la preservazione della salute collettiva, restituendo spazi urbani più vivibili agli individui, la bicicletta in questa pratica è l’ingranaggio sia nella sua forma che nel suo utilizzo a  rimettere in discussione l’intera mobilità urbana.
Il diritto a muoversi nel contesto in cui viviamo tende sempre più a sgretolarsi, basti pensare ai tagli sui trasporti pubblici locali, al cattivo funzionamento dei trasporti ferroviari a privilegio delle logiche private di mercato ai danni dell’esigenze reali della collettività, con tariffari da pagare sempre più elevati a discapito dei servizi.


LA CICLOFFICINA SOCIAL CLUB

La ciclofficina nel panorama del ciclismo urbano cittadino assume un importante ruolo di socializzazione. Oltre la reale pratica dell’attività di riparare o costruire biciclette è un momento dove la condivisione e lo scambio di idee corrono attraverso una chiave inglese.
La ciclofficina social club nasce dopo il vertice di Copenaghen all’interno dello spazio Ambasciata dei Diritti.
Il cicloattivismo con il tempo si espande, partecipiamo a masse critiche dove ce ne sono, conosciamo e ci contaminiamo di esperienze con altre ciclofficine popolari, ed il pre-referendum sull’acqua ed il nucleare da vita per la prima volta a masse critiche anche ad Ancona.
L’ attività della ciclofficina per noi è uno spazio di crescita umano, passano studenti, disoccupati, occupanti, migranti, è il sporcarsi le mani insieme, costruendo o riparando qualcosa insieme,  è l’apprendere o imparare insieme, è il non delegare ma responsabilizzarsi, è il comune crescere insieme contro qualsiasi forma di razzismo e di sessismo, è il preservare un bene comune, è il riuso, il riparare, il trasformare.


Riapriamo i battenti ogni primo Sabato del mese, in modo  da non creare un servizio occasionale, ma un momento di convivenza e di socialità  all’interno dello spazio. Ogni apertura sarà caratterizzata da un aperitivo di autofinanziamento  per l’acquisto dell’attrezzatura, per la gestione della struttura, in modo da reggere l’ attività in maniera autogestita e partecipata.

Sarà importante rispettare alcune semplici regole di convivenza, come le pulizie, il risistemare le attrezzature terminate le lavorazioni, il trovare i pezzi di ricambio negli spazi preposti e non sulle biciclette già composte, il rispetto per chi viene dopo è una delle regole di convivenza tra le più importanti.